sabato 29 dicembre 2007

Ultimo sogno di stanotte...

...dopo 5 Brancamenta (con ghiaccio) ed un Assenzio.

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Villaggio turistico, estate, grande parco con piscine, alberi, sedie a sdraio bianche.
Dopo qualche giretto, vedo mio padre che parla con una mia ex.
"Eh, no, cazzo..."
Siccome la tipa è di profilo e non mi vede e mio padre è troppo interessato alla conversazione, scompaio con abilità di ninja, imprecando un po' fra me e me.
Mi allontano dunque quanto basta, cerco un angolino non in vista, mi siedo su una sdraio bianca, sul bordo di una piscina e mi accendo una cicca, per riflettere un attimo.
Si avvicina un panzone con amico. Accento tipicamente meridionale.
Mi chiede una sigaretta, con sguardo amichevole.
Ma io ho le scatole girate. Molto girate.
Gli faccio notare che me ne restano solo tre e che farebbe meglio a comprarsi un pacchetto, visto che non ho alcuna intenzione di rimanere io senza.
Si avvicina oltre la distanza di sicurezza, quasi toccandomi con la sua panza lardosa e sudata, cercando di afferrare il pacchetto. Anche l'altro tipo che era con lui inizia a diventare molesto.
Gli spengo la cicca in faccia.
Non potevo resistere.
Poi continuo a fumare. Butterà male.
Peggio per lui.
Il tizio torna ad avvicinarsi per prendermi una sigaretta. Così facendo, quella che stavo fumando si bagna leggermente. Eh no, eh.
"Piuttosto che darla a te, la butto via" - E così faccio.
Questa è la cosa che fa risentire maggiormente il personaggio (più della bruciatura sulla guancia), che decide di fare a botte con me, assieme all'amico.
"Bella forza, due contro uno."
Regalo loro una buona dose di botte, sufficiente a lasciarli tramortiti per un attimo.
Già che ci sono, gli do un quattro sberle-extra per sfogare il nervoso causato dalla vista della tipa.
Io non mi faccio niente.
Altro che Chuck Norris.
Giusto il tempo di scappare, prima che la folla si renda conto di quanto accaduto ed inizi a darmi contro. Si trattava di legittima difesa, in fondo.
Più che altro, ho paura che arrivi qualche amico dei due personaggi, probabilmente armato. Quelli fanno sul serio. Altro che le mie quattro botte messe in croce.
Cammino un po', guardandomi intorno. Forse mi sono fumato un'altra sigaretta. Non ricordo.
Appena svegliato, ne sentivo il sapore. Non era Chesterfield, comunque. Strano.

Passo un po' di tempo immerso nei miei pensieri (aver beccato la tipa proprio lì mi infastidiva assai).
Sono su un vialetto diritto.
Dietro di me ci sono alcune persone, fra cui due donne. Sembrano appena scesi da una macchina.
"OK, eccoli. Cercano di circondarmi. And now watch what happens (cit.)"

Dalla parte in cui finisce il vialetto c'è un muro o una casa. Non ricordo.
Certamente qualcuno si è nascosto dietro l'angolo.
"Illusi."
Rallento il passo, lasciando che le persone dietro di me mi raggiungano. Stavano cercando di fare finta di nulla. Bastardi.
Poi mi volto di scatto ed afferro una delle donne. La trascino verso il muro ed ecco... Gli infami di prima spuntano fuori dall'angolo. Questa volta sono armati.
"Non ci provate o le spezzo il collo."
Continuano ad avvicinarsi, sorridendo. Non mi stanno prendendo sul serio. D'altronde, io non so come si spezza un collo.
"Ho detto: non ci provate o le spezzo il collo."
Rallentano un attimino, intimoriti. Sanno però che non lo farei mai. Fra pochi secondi mi metteranno le mani addosso.
"Qui non mi si prende sul serio."
Stringo la presa, inclinando il capo della donna, che cerca di urlare. Le fa male.
OK, ho capito come si spezza un collo.
Ancora qualche centimetro e farà un bel rumore. Spero si fermino, altrimenti son cazzi.
Indietreggiano tutti, spaventati.
Mi piace.
Bene, finalmente ho il controllo della situazione. Arrivano le forze dell'Ordine.
Era anche ora.
MA.... Un attimo! Il cattivo sono io. Le apparenze dicono esattamente questo.
I due personaggi originali si mettono a parlare simpaticamente con i Carabinieri. Io sto ancora stringendo la donna, che cerca di dimenarsi.
"Col cazzo. Se io decido che tu stai ferma, tu stai ferma."
Così è.
Dietro l'angolo ci sono alcune rampe e marciapiedi a più livelli. Per tirar fuori le armi ci metteranno un po'. Facendo fuoco, rischierebbero di uccidere la tipa. Non lo faranno.
Ora sono con le spalle al muro. Non potrei difendermi se mi arriva qualcosa dall'alto.
Piano di fuga.

'sta mignotta sarà il mio scudo. Mi lancerò su una delle rampe, lasciandola cadere per utilizzarla come diversivo, poi mi rotolerò fino alla rampa inferiore e poi via, veloce come una scheggia.
Non credo mi abbiano identificato. E poi, tanto, si tratta di legittima difesa.
Sono semplicemente stato più lungimirante di loro. Mi avrebbero fatto secco.
Succede un marasma.
Nessuno mi insegue. Tante botte, ma non ce l'hanno con me. Trovato un angolo sicuro, mi fermo a guardare la scena.
Sigarettina.
Mamma mia, che mal di testa.

Mi raggiunge un tipo che sono sicuro di aver già visto. Non so chi è.
Mi chiama per nome.
Sa chi sono.
Sembra si tratti dell'amico di un mio amico.
Ah.
Si tratta del suo superiore.
Il mio amico ha a che fare con i militari, vero.
Mi ringrazia.

Erano mesi che cercavano di catturare quei brutti ceffi.
Non erano mai riusciti a trovarli tutti assieme.
Dopo l'episodio della sigaretta, le forze dell'ordine avevano iniziato a seguirmi.
Sarei stato la loro esca.
Sapevano che avrei avuto tutti contro.
Sapevano che me la sarei cavata.
Non erano intervenuti subito, mantenendo rapporti bonari con i malavitosi, per paura che ci rimettessi io le penne.
Appena sono uscito dalla scena li hanno beccati tutti.

Sono un eroe.
Ma ho ancora tanto sonno.
E tanti pensieri.

Tratto da: http://kaeel.blogspot.com/2007/12/ultimo-sogno-di-stanotte.html

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