venerdì 30 marzo 2007

Il valore di una promessa

"Finché morte non ci separi..."

Stamattina, prima di partire, mi sono imbattuto in un pezzetto di film, dove i 2 protagonisti, sposandosi, ripetevano queste parole.

Non ho visto come andava a finire, però è subito scattato il meccanismo delle riflessioni automatiche.
"Finché morte non ci separi..."
Cacchio, si tratta di una promessa "grossa", parole che, messe assieme, esprimono un concetto difficile da comprendere nella sua interezza, quando preso a "cuor leggero".

Nel momento in cui due persone pronunciano quella frase, sono certo che lo fanno in maniera consapevole e cosciente (anche perché i giorni precedenti al matrimonio, suppongo il pensiero ruoti per gran parte attorno quelle parole).
Ma allora, per quale motivo già dopo pochi mesi ci sono persone che dimenticano di aver fatto una simile promessa e decidono di dividersi?
Certo, ci possono essere dei problemi, ma QUELLA promessa non dovrebbe arrivare PRIMA? Non dovrebbe essere uno dei primi motivi per cercare di risolvere le incomprensioni?
Non dovrebbe esserci l'impegno da ambo le parti affinché il proprio legame sia duraturo... Fino al giorno della morte? Nella gioia e nel dolore?

Perché questa cosa viene dimenticata? Cosa fa rescindere un simile "contratto"? Cosa esiste di più importante di una promessa, tale da giustificare il suo non mantenimento?

Siamo diventati una società di bugiardi? O le parole da cui giorno dopo giorno siamo inondati ormai hanno finito per perdere di significato?

Tratto da http://kaeel.blogspot.com/2007/11/il-valore-di-una-promessa.html

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