lunedì 7 dicembre 2009

L’ultima “perla” di Ramazzotti. Maddai =_=

Domenica mattina, macchina, avversità nei confronti del genere umano per via della levataccia, radio.
Sento passare ‘sto cazzo di ritornello, assieme a tutto il resto della musichetta:
“Ti volevo dire che tutto sta per finire”.
Immagino la scena.
Basta Eros
Te ne stai lì, già con le balle girate per conto tuo, perché la/il tua/o lei/lui è da un po’ che scassa i maroni, non le/gli va bene niente e, di punto in bianco, si presenta lì con una frasetta del genere che, faccio notare, fa uso di un “si impersonale” per giustificare una scelta personale (appartenente al sotto-tipo ormonale).
Non possiamo tollerare queste cagate, giusto?
Siccome esiste (esperienza personale) una percentuale di persone che modula i propri “sentimenti” in base a qualche motivetto orecchiabile sentito in giro (o, in casi più evoluti, alla base delle proprie seghe mentali c’è qualche romanzo strappalacrime), impariamo come elaborare una risposta stilisticamente adeguata, nel caso dovessimo trovarci in tale spiacevole situazione:

  • Ripresa di parte della frase (in modo che il messaggio sia chiaro)
  • Utilizzo del “si impersonale” (che deresponsabilizza dal contenuto della frase)
  • Un contenuto ineluttabile (che non può essere contestato)
  • Una “rima” da seconda elementare (tipo -ire con –ire)
  • Una metrica coerente (vabbè, dai…)
Alcuni esempi:
“Ti volevo dire che bruciando stai per morire”
Ti volevo dire che morendo placherai le mie ire”
Ti volevo dire che la tua vita sta per finire”
etc etc…
Ora facciamo un piccolo test, per vedere come ve la cavereste: voi cosa proporreste, come ritornello di risposta?
ninja

Sofrosune: "Ti volevo dire che ti si manda a cagare"

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