giovedì 10 maggio 2007

Il coraggio di una scelta

Finalmente riesco a scrivere qualcosa riguardo questo punto, che avevo lasciato in sospeso in questo mio precedente post: http://kaeel.blogspot.com/2007/11/il-valore-di-una-promessa.html

Lì parlavo di parole e promesse (e siamo giunti alla conclusione che, quando si fa un certo tipo di promessa, è bene utilizzare ridondanza di comunicazione e meta-comunicazione; per i "non-tecnici", ciò significa semplicemente che, se intendete sposarvi con qualcuno, è bene che chiediate esplicitamente e ripetutamente conferma riguardo tale concetto al partner, giusto per capire che se ne renda conto :P).

Qui invece parlo di scelte... E di coraggio.
Dunque, riprendendo il discorso sul "fatidico sì", analizziamo quelle che solitamente sono le fasi che precedono il matrimonio fra 2 persone:
1A) Colpo di Fulmine: Vabbé, niente da aggiungere, mi sembra chiaro.

Oppure:

1B) Tentativo di approccio; si articola in:
- Ammirare la propria bella (il proprio bello)
- Raccolta di informazioni: che posti frequenta, gli amici, interessi, etc
- La fatidica presentazione: possibilmente tramite qualcuno conosciuto, altrimenti ci si butta allo sbaraglio. Condizione essenziale è quella di avere già un discorso pronto da utilizzare per sembrare interessanti o comunque una tattica vincente (ance fare il timidone può essere una tattica). Sembra di no, ma anche i colleghi più spigliati, alla fine, utilizzano sempre le stesse strategie (dal "discorso random", per chi è veloce con le associazioni di idee, ai discorsi triti e ritriti, stile: "dove lavori? cosa fai? di dove sei? che musica ascolti?")
- Attendere il momento opportuno per trovarla bendisposta a chiederle di uscire
- Uscirci un po' di tempo, in modo da andare sul sicuro una volta trovato il momento in cui sembra esser bendisposta a baciarci.

Già qui ne ho le scatole piene (oh, mi dispiace, ma la "fase standard" dell'approccio proprio non la sopporto. sempre quella :D). Eppure la storia continua:

2) Frequentazione a tempo indeterminato, con studio approfondito del proprio partner (conto in banca, abitudini, future prospettive lavorative, etc)
3) Sondaggio del terreno: "Dai, proviamo a convivere e vediamo come va"
4) Convivenza a tempo indeterminato, con studio globale del partner
5) Sondaggio del terreno: "Uhm... Sì... Dai... E se ti chiedessi di sposarmi? Ah, non mi vuoi rispondere. Vuoi che te lo chieda, solo allora deciderai. Sì, dai, va bene."
6) Studio a tempo indeterminato
7) Per sfinimento: "Ti va di sposarmi?"
8) Matrimonio
9) "Cheppalle, è sempre quella, il sentimento non è più quello di una volta, tu non mi capisci, ho bisogno delle mie libertà, ti voglio bene, ma non ti amo, sei il solito cafone, non cambierai mai, blablabla"
10) Varie ed eventuali


Penso che gran parte delle separazioni "istantanee" avvengano così (con poche variazioni sul tema).
Francamente, non me ne stupisco.
Solo pallidi tentativi di avvicinamento.
Tempi biblici per esporci "come siamo veramente", per paura di contraddire il partner (a volte esponiamo direttamente i nostri lati peggiori, dicendo "Io sono come sono; o ti va bene così, oppure ciccia!" Ma anche questa è una maschera).
Tempi biblici per dire quello che proviamo, per il terrore di un fallimento (il nostro orgoglio viene prima).
Poi altri pallidi tentativi e infinite prove per testare come sarà il futuro (con conseguente logoramento?).

Quante volte secondo voi va a finire così?
Si può dunque parlare di scelta, quando queste sono le premesse?
O di monotonia auto-imposta dalla propria mancanza di carattere?

Non stupiamoci se poi non funziona!

Tratto da http://kaeel.blogspot.com/2007/11/il-coraggio-di-una-scelta.html

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