martedì 13 marzo 2007

Nuovamente a casa

Quello che segue è il racconto con cui vorrei partecipare al concorso di letteratura Fantasy "La Penna dell'Eroe", organizzato da Dndworld.it e Dragonisland.it

Siccome sarebbe mia intenzione vincerlo, avreste voglia di dare un'occhiata a quanto ho prodotto, farmi sapere cosa ne pensate, se c'è qualcosa che posso migliorare, etc?
Più che sulla tecnica letteraria ho decisi di puntare al cuore della giuria; dite che abbia qualche speranza? :P
Saluti e buona lettura!


***********


Una Luna capricciosa aveva deciso che il firmamento poteva tranquillamente fare a meno di lei, almeno in quella Notte già senza stelle. Silenziose nubi, attraversando il Cielo nero, scandivano il tempo in un altrimenti immobile paesaggio, troppo stanco per la giornata appena trascorsa.
Grandi alberi si ergevano, immobili e maestosi, ai fianchi di una piccola strada pietrosa, che l'oscurità non era riuscita del tutto a celare.
Nulla sembrava turbare il sonno della Natura, cullato dal silenzio che avvolgeva ogni cosa.
Eppure, ombra fra le ombre, un uomo camminava nella Notte. Vista la sicurezza con cui si muoveva nelle tenebre, certamente sapeva dove lo stavano portando i suoi passi. Ma il suo volto non era sereno.
Le tante domande che affollavano la sua mente avevano dipinto un'espressione cupa, a metà strada fra un broncio ed un sorriso.
Non sapeva dove tali pensieri lo stessero conducendo.
°°°Eccomi qui, dunque. Ancora poco e sarò a casa. Di nuovo. Un viale alberato, una lanterna accesa che attende il mio ritorno, un pasto ed una bella dormita. Una serata non dissimile dalle altre, certo. Eppure... Così diversa.°°°
Ma la differenza non stava nell'ambiente che lo circondava, sempre identico a se stesso.
Parole da lui non scritte risuonarono più volte nella sua mente.
-Il modo in cui il tuo cuore canta... Fa la differenza, nel percorso della vita.-
Stava tornando dalla vicina città, dove, quella sera, sentiva di aver lasciato un'altra piccola parte di sé.
Poteva percepire il vuoto che aveva lasciato, una sensazione quasi fisica, simile al tocco di una mano che sfiorava il suo petto. Un tocco che veniva dall'interno, che lo faceva tremare, che rendeva affannoso il suo respiro.
Ma presto tutto sarebbe finito. Era quasi arrivato a casa. Mancava poco.
Anche se probabilmente si trattava solo del frutto della sua immaginazione, poteva già sentire il profumo del glicine sulla soglia. Pochi metri e la sua vita sarebbe ripresa. Forse.
Un bicchiere di sidro, qualche risata e, per qualche ora, tutti gli spettri sarebbero scomparsi, almeno finché non avesse ripreso le forze.
°°°Eccomi.°°°
Era tornato. Il camino fumante e voci allegre provenienti dall'interno dell'abitazione gli fecero capire che di certo non avrebbe passato quella serata da solo con il fratello.
°°°Non ha certo perso tempo per organizzare un po' di festa con gli amici. Meglio così.°°°
Vicino all'entrata c'erano due piccole sedie in legno, poste ai lati di un tavolo rotondo, sul quale alcuni boccali di birra sembravano attenderlo.
Forse qualcuno era rimasto lì ad aspettarlo?
Oppure si trattava solo di due persone che erano uscite un attimo a prendere una boccata d'aria e fare un po' di conversazione?
Chissà di cosa avevano parlato. Cos'era rimasto dei loro discorsi e dei loro pensieri? Erano volati via, evanescenti come nuvole, oppure alcune parole si erano intrecciate nei loro cuori? Chi poteva dirlo?
Spostò leggermente la sedia di sinistra, la più lontana all'ingresso fra le due, e si sedette, respirando profondamente. Appoggiata la schiena, sentì l'umidità accumulata sullo schienale penetrargli il mantello. Socchiuse quindi gli occhi, godendosi quell'attimo di inaspettato refrigerio. Tale sensazione durò in realtà molto poco perché, nella sua mente, pensieri ed emozioni non persero tempo e ricominciarono a duellare, facendogli dimenticare tutto il resto.
°°°Meglio se stasera te ne restavi a casa a bere qualche birra in compagnia, vero? °°°
Allungato il braccio, afferrò saldamente uno dei boccali e lo avvicinò alla bocca.
°°°Già.°°°
Bevve alcuni sorsi della bevanda, assaporandone il retrogusto.
Una compagna piacevole, affascinante, che inebria con il suo sapore deciso... Ma che, alla fine, lascia l'amaro.
Una compagna pericolosa, che prende e porta via, dove non è neppure possibile immaginare... Chi non è capace di dire "basta", illudendosi di dominarla.
°°°Eppure, cosa saresti stato disposto a dare per rivederla?°°°
Portò una mano libera al capo e la passò fra i lunghi capelli neri, accarezzando una ciocca, che portò davanti agli occhi. La sua attenzione fu però attirata da un ciglio, che finì fra l'anulare ed il mignolo. Stese le dita ed esso cadde sul palmo: un nero apostrofo fra le linee che raccontano la vita di un uomo.
Anni prima gli avevano raccontato che un ciglio che cade sul palmo della mano porta fortuna. Sarebbe bastato solo chiudere gli occhi ed esprimere un desiderio.
°°°Esprimi un desiderio.°°°
Ci provò. Ma la razionalità prese il sopravvento. Troppe domande senza risposta, troppi pensieri ingarbugliati... Non lasciavano spiragli alla fantasia.
Odiava sentirsi così.
In quel momento avrebbe voluto prendere in mano una pergamena e scrivere qualcosa, per sfogarsi, per cercare chiarezza, per condividere qualche riga con un altro cuore che attraversava la sua stessa strada. Ma cosa?
Nella sua mente solo idee sparse, episodi senza una conclusione, frammenti di realtà che non sapeva riordinare. Eppure un filo comune c'era.
°°°La mia vita. Sì, certo. Potrei raccontare la mia vita, vista e vissuta dagli occhi di qualcun altro. Le battaglie epiche di un guerriero, i pensieri di un mago, l'amore di una donna per il compagno che non c'è più... Sono centinaia i modi in cui possiamo, armati solo di penna e fantasia, rendere interessanti avvenimenti di vita quotidiana, le tappe di un'esistenza, i fatti che plasmano il carattere di una persona.°°°
Era un bardo. Di certo non era un problema per lui inventare una storia. Veniva pagato per quello, fino a prova contraria.
°°°Un altro squallido romanzetto di seconda scelta. Il mondo ne ha poi bisogno? A chi servirebbe? °°°
Sorrise, ripensando ai grandi capolavori degli autori a cui si era più volte ispirato.
°°°Storie che contengono quasi sempre un fondamento di verità.
Alcune di esse create appositamente per colpire il lettore, attirarne l'attenzione, tenerlo legato alle pagine per ore intere, facendo leva sulla sua curiosità...
Altre, invece, cercano di far breccia direttamente nel cuore, narrando storie fantastiche, che chiunque vorrebbe vivere. E allora ecco, l'immedesimazione nel personaggio ci fa sognare, ogni sua parola viene stampata nelle nostre menti, talvolta senza passare per il filtro della ragione.°°°
Arrivare al cuore di una persona. Quale potente strumento aveva nelle sue mani.
°°°È così che noi artisti parliamo all'animo di chi sceglie di ascoltarci. Questo il modo per dar loro a bere le nostre bugie, creando intere realtà illusorie, in cui proiettiamo le nostre aspettative, i nostri sogni. Mondi di cui siamo i padroni, in cui possiamo cambiare gli esiti dei nostri errori. In essi siamo signori del tempo e dello spazio, creiamo e distruggiamo trame dipinte dalla penna della nostra fantasia, manipoliamo ragione e sentimenti, dettiamo le nostre regole.
Siamo talmente abili nel plasmarli fra le righe della nostra immaginazione, che talvolta dimentichiamo dove inizia la realtà.
Siamo talmente affascinati da questo effimero potere, che non ci rendiamo conto che è un processo che compiamo da soli.
Così, mentre i nostri personaggi vincono guerre, trovano l'amore della loro vita, corrono fra le ali della libertà, nascono, vivono ed uccidono, ci lasciamo sfuggire di mano la vita, convinti di riuscire un giorno a dominarla con le nostre leggi.°°°
Sorseggiò un altro goccio di birra. Vedeva la sua immagine riflessa sulla superficie del liquido. Due occhi che sfumavano nell'oscurità. La tenue luce della lanterna riusciva a dar loro un riflesso quasi diabolico.
Ripensò alla serata appena trascorsa. Alcune immagini, impresse ormai nel ricordo, si fecero strada fra i pensieri. Il volto di una donna, il suo sguardo pensoso, il suo modo di muoversi, di esprimersi... Il modo in cui teneva in mano un bicchiere, giocherellandoci.
Una storia d'amore finita.
°°°Sognava che sarebbe dovuto essere come in una favola, come in un romanzo... Un sentimento unico, vero. Quello che vorrebbero tutti, in fondo. Quello che narrano i racconti. Racconti.°°°
Respirò profondamente. Il gelo dell'aria lo fece tornare per un attimo alla realtà.
°°°Ed io sono un bardo°°°
Un altro sorso di birra.
La città era lontana. Lei era lontana. Ma il ricordo della voce che risuonava nei suoi orecchi era ancora vivo. Pacata ma decisa. Dolce, ma non melodiosa.
“Ti avevo anche detto di non essere innamorata di te... Che altro dovevo fare?"
Uno dei suoi personaggi si sarebbe fermato, l'avrebbe presa per mano, attirandola a sé e guardandola con sguardo acceso di passione. Le avrebbe detto qualcosa del tipo: "Il fuoco che arde in me è ancora vivo. Lascia solo che ti resti accanto. Io ci sarò, lì, finché me lo permetterai. Se esiste anche solo una possibilità che la tua fiamma si riaccenda, così che un giorno ricominciamo a splendere assieme, non voglio sia gettata al vento. Ti aspetterò. Ma devi credere in me. Devi credere in te stessa, in ciò che è stato, vivendo ogni attimo nella sua pienezza. Senza farti schiacciare da un futuro che possiamo ancora costruire".
Ma non era andata così.
°°°Sordo fino a quel punto? Tanto cieco da considerare la persona che gli stava accanto come un semplice personaggio di fantasia? Che ci sarebbe stato un lieto fine, perchè avevo deciso che la storia doveva concludersi così? Macché. Il finale buffo di una tragedia iniziata chissà quanto tempo prima.°°°
Prese in mano la propria arpa. Il suo colore nero ebano scintillava riflettendo la fioca luce della lanterna. Appoggiò i polpastrelli sulle incisioni in avorio sul manico, accarezzandole una a una.
"Non hai mai suonato per me."
Se solo avesse saputo quante erano state le notti passate intonando dolci canti alla Luna, pensando alla sua immagine. Ma lei non c'era. Avrebbe voluto dirglielo, ma davanti a lui c'era solo una sedia vuota.
°°°E poi, tanto, chissà a cosa servirebbe, ormai°°°
Non si mise a suonare; sarebbe certamente uscito qualcuno, accorgendosi che era arrivato. Ma voleva rimanere ancora per un po' solo con i suoi pensieri. Si sentiva vuoto.
°°°Ed ora? Cosa fare? °°°
°°°Attendi°°°
Ma lui non voleva attendere. Aveva aspettato fin troppo nella sua vita. Voleva solo vivere.
°°°Mi basterebbe veramente poco per trovare un'altra. Un sorriso, qualche pensiero profondo, accompagnato dalle note della mia arpa e del buon sidro ed ecco, avrei di che divertirmi, giusto per il tempo che quella donna rimarrà sulla pagina del mio diario.°°°
°°°E allora, perchè sei qui?°°°
Guardò davanti. La sedia vuota. Qualunque cosa avesse fatto, qualunque cosa avesse ottenuto dall'amica di turno, anche solo un bacio, alla fine era quello ciò che lo attendeva. Una sedia vuota, con cui condividere nel silenzio i suoi pensieri.
°°°Eppure, in qualche modo devo andare avanti. Anche se ora non sembra siano molte le cose da scegliere come punto di riferimento per raggiungere l'orizzonte... Anche se questa storia non ha niente di originale o affascinante... Anche se non so assolutamente dove tutto questo mi porterà... Si tratta pur sempre di un inizio.
D'altro canto si sa, come disse una volta un amico..
"In un buon libro non sono i capitoli iniziali i migliori... L'importante è continuare a leggere, sempre"°°°

Kaeel

Alar... Terra di Eroi

Tratto da http://kaeel.blogspot.com/2007/11/nuovamente-casa.html

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