martedì 27 settembre 2011

Manuale per il treno 2: termodinamica applicata al finestrino

Un condizionatore è un dispositivo che, sfruttando vari processi, utilizza del lavoro meccanico per prelevare calore da un ambiente e rilasciarlo all’esterno. Affinché si possa parlare di climatizzazione, si deve utilizzare sistemi in grado di controllare temperatura, umidità e qualità dell’aria.
Il seguente grafico, preso da una dispensa di Climaveneta (ora non avevo tempo di fare uno schemino io, mi dispiace), riassume il principio di funzionamento di un generico ciclo frigorifero.
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Anche senza introdurre il concetto di entalpia, mi sembra evidente che prelevare calore dall’interno di un ambiente sia oltremodo inutile, se poi lo facciamo rientrare con gli interessi da una porta o una finestra aperti.
Ora, qualche buon’anima più gentile e paziente di me, vorrei mi spiegasse una cosa.

Se il climatizzatore nella carrozza di un treno funziona e fuori ci sono 35+°C con una umidità prossima all’evocazione di Nettuno, perché, tu essere maledetto e miserabile, devi tenere aperto il [cazzo di] finestrino?
Magari tenendo una dissertazione brillante con il tuo vicino in merito ai neutrini (che fino a ieri probabilmente ritenevi essere degli eroi delle figurine) ed aver avuto il coraggio di esprimerti in materia energetica allo scorso quesito referendario?
Ti rendi conto che, oltre a non conoscere i principi della termodinamica, stai costringendo a morire di caldo qualche altra decina di persona? Non contemplo il fatto che tu stesso possa provare caldo perché, semplicemente, si tratta di un concetto inutile, come d’altronde la tua stessa esistenza.

Quindi, per carità: SE il condizionatore in treno funziona, TENETE CHIUSI quei [cazzo di] finestrini.

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